Sighinolfi, quei cilindri d’eccellenza che hanno messo in moto un’impresa e una comunità

Intervista di Confindustria


Da Nonantola, nel modenese, già nel 1963 parte un’impresa che negli anni si impone per qualità, ricerca, innovazione. Oggi Idraulica Albano Sighinolfi conta 70 dipendenti e uno stabilimento industriale di 9.000 metri quadrati, una struttura produttiva dotata di macchinari all’avanguardia. Il fatturato globale è poco superiore ai 17 milioni di euro con una crescita del 7.5% sull’anno precedente. Si fa impresa e si fa ricerca. Per FARE INSIEME Giampaolo Colletti intervista Donatella Sighinolfi, CEO Idraulica Sighinolfi

di Giampaolo Colletti
@gpcolletti

Photocredit: Giacomo Maestri e Francesca Aufiero

Fateci caso. Di tutto ciò che accade di indimenticabile nelle nostre vite ci ricordiamo anche i dettagli. Non solo l’anno, ma anche la giornata e spesso anche l’ora. Ecco, tutto questo vale non solo per la vita delle persone, ma anche per quella delle aziende, che in fondo sono organizzazioni segnate da intuizioni geniali che fanno sistema e che diventano plurali. Parlavamo di date. Tenete a mente questa. 28 ottobre 1963. Segna la registrazione di un’impresa artigiana emiliana che nasce dalla voglia di fare la differenza. Di più. Dall’idea di un imprenditore che vuole lasciare il segno per sé stesso, per la propria famiglia, per la comunità. In quel giorno di quell’anno nasce l’azienda Sighinolfi. Siamo a Nonantola, antico borgo medievale abitato da sedicimila anime nella provincia modenese. Terra di cultura, di tradizioni secolari, di natura da esplorare, di piatti da gustare, ma anche di futuro da scrivere fatto di quelle imprese che danno occupazione e creano valore.

Identikit dell’azienda
. Qui un ventitreenne con la licenza di scuola elementare, dopo aver lavorato come dipendente in una storica azienda occupandosi di escavatori, decide di tentare il grande salto mettendosi in proprio e iniziando a produrre cilindri. Albano Sighinolfi si gioca il tutto e per tutto. E alla fine il tempo gli darà ragione. Per riuscire nella sua impresa utilizza il garage sotto casa messo a disposizione dallo zio e con un mutuo in banca acquista le prime macchine. Albano fornisce cilindri all'azienda per la quale aveva lavorato. E da cosa nasce cosa. Col tempo sviluppa tutto il mercato delle gru da camion. Anche Albano contribuisce a creare quella che oggi è l’idrovalley con la concentrazione più alta di tutta Europa di aziende impegnate in questo campo della meccanica. «Papà è stato geniale e mamma lo ha affiancato subito nell’impresa. Poi hanno assunto i primi dipendenti», racconta Donatella Sighinolfi, CEO dell’azienda giunta alla seconda generazione e guidata col fratello. Tutto ruota ancora attorno a Nonantola, ma qualcosa negli spazi è cambiato. Così si è passati dal garage degli esordi al capannone di cinquecento metri quadrati, per poi approdare ad un secondo capannone e poi ancora ad altri due capannoni. Oggi Idraulica Albano Sighinolfi conta 70 dipendenti e uno stabilimento industriale di 9.000 metri quadrati, una struttura produttiva dotata di macchinari all’avanguardia. Il fatturato globale è poco superiore ai 17 milioni di euro con una crescita del 7.5%. Il mercato estero incide per il 41% del fatturato: Germania, Francia, Olanda, Austria, Svizzera, Svezia e Vietnam. Guai a crogiolarsi sugli allori. Si fa e si ricerca. Il 5% del fatturato è destinato all’investimento per R&D. Nasce così il primo brevetto per lo SmartCylinder, il cilindro intelligente volto alla green economy.

L’elemento vincente.
 Tutto ruota attorno al cilindro, che è il cuore di molte macchine: serve a sollevare, ma anche a muovere pesi o carichi. Qui si fanno cilindri per diverse applicazioni portuali: dai muletti che spostano i container alle gru che scaricano le navi fino alle benne da stiva. E ancora presse per il riciclaggio dei rifiuti, presse industriali, filtropresse per i fanghi, cilindri per le paratoie delle dighe, autogru e da pochi anni anche per sistemi antisismici oggi richiestissimi. «I cilindri sono strategici per tutte quelle applicazioni che devono sollevare grandi carichi o muovere grossi pesi: il cilindro permette una movimentazione sicura, controllata, senza richiedere sforzo umano. Naturalmente il cilindro è uno dei componenti principali di un macchinario, da solo non fa nulla ma è l’elemento che fa muovere il carico. Dunque, se ben calcolato il cilindro è un mezzo sicuro, affidabile e di grande aiuto», dice Sighinolfi. C’è il prodotto, ma non è tutto. Perché c’è un elemento che per questo gioiello emiliano è cruciale. Ed è la fiducia. «Mio padre ci ha sempre raccontato di essere partito dal garage, ma che non gli è mai mancata la fiducia dei clienti. Ci ha sempre detto che senza fiducia non si costruisce nulla. Anche nei momenti di crisi, i clienti ci hanno sempre sostenuto, così come i nostri fornitori», ricorda Sighinolfi. Il momento più difficile? Il 2009 con la crisi mondiale, mai vista prima. «Per superare questo momento abbiamo cambiato il metodo di produzione, abbiamo differenziato la clientela, abbiamo imparato tante cose, abbiamo fatto formazione e soprattutto abbiamo fatto squadra», dice Sighinolfi. Così lo scorso anno è arrivata la festa dei sessant’anni. Il futuro? È di colore verde. «Dobbiamo fare la nostra parte per diminuire la nostra carbon footprint e per dare un prodotto che consenta ai nostri clienti un miglioramento delle performance, contenimento dei costi e sicurezza all’operatore».

 

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